24 gennaio 2019

La favorita


La favorita, di Yorgos Lanthimos, 2018


Roboante. Ben 10 nominations agli Oscar.

E' tornato il beniamino dei festivals del cinema autoriale.
Qualcuno deve avergli detto che con il metafisico-surreale (The lobster, Il cervo sacro) non si conquista sufficientemente il botteghino. Eccolo dunque approdato al film storico. Separatosi dal consueto co-sceneggiatore Filippou trova una sceneggiatura azzardata , una bizzarra farsa storica.

Stranezze e fascinazione per il grottesco fine a se stesso imperversano , tanto per (non) cambiare.
Inquadrature grandangolari  e fish-eye cercano di catturare l'occhio dello spettatore anche se non è chiaro cosa dovrebbero sottolineare. 




Un'aristocrazia impegnata nelle corse delle oche con lo stesso cervello che ci mette a far guerra alla Francia.
Un triangolo di potere femminile in salsa lesbo . Questa la ricetta furbetta che forse convincerà anche le giurie degli Oscars , dopo i trionfi a Venezia e ai Golden Globes.
Donne provate dalla vita e donne forti , donne alle prese con giochi di potere : così la faccenda suona "quota rosa", in qualche modo.




L'intento di Lanthimos è sempre e solo quello di stupire e farsi notare, a qualunque costo. Dopo il cinema d'elìte ora è il turno delle sale mainstream. Con la Favorita vincerà il jackpot.


Ma anche questa volta è gran fumo e poco arrosto. 
Questa volta lascia Colin Farrel per tre attrici di tutto rispetto . La Colman (vincitrice del Golden Globe), la Weisz ed Emma Stone.
Tutte oggettivamente brave.
Purtroppo riesce a sprecarle tutte e tre impegnandole in personaggi estremizzati ed improbabili.


Lanthimos è sopravvalutato , al solito, e anche nella Favorita non si smentisce : confezione pomposa e intrigante ma dentro la scatola c'è il nulla. O meglio, c'è solo lo snob , egocentrico Lanthimos stesso. Niente sopresa.


Un improbabile linguaggio odierno infarcito di parolacce dovrebbe convincere che siamo nel 700 (la v.o. lascia attoniti).
Donne che sparano in pantaloni, s'infilano nel letto della regina ,comandano senza troppa difficoltà uomini e partiti politici. Decisamente sembra di essere nel 700. Davvero convincente. Mah !

Bei costumi ma nessuna credibile caratterizzazione dei personaggi.
Buone scenografìe , forse un pò barocche (più 1600 che 1700) ma visivamente accattivanti. 
Fotografìa accurata ma troppo funzionale all'eccentrico.




Di Anne regina , lady Sarah e Abigail (quelle storicamente esistite) non v'è traccia : a Lanthimos non interessa affatto la storia : si tratta solo dell'ennesima declinazione della solita, furba auto-promozione del suo cinema pretenzioso. Poco artistico e tanto vuoto.

Non vedo miglioramenti nel cinema di Lanthimos. Di nuovo c'è l'occhio al botteghino , che evidentemente paga. 
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