14 maggio 2018

Ella & John

Ella&John di Paolo Virzì, 2017, home video.




Che bello il cinema italiano!

Bel risultato per Virzì per la prima volta in inglese e sul mercato estero.

Garbato e ben interpretato. Si sorride e ci si commuove. Sceneggiatura a diverse mani (compresi Virzì e la Archibugi) ben scritta e ben strutturata.

Romantico ma non melenso.

Sutherland e la Mirren con niente da invidiare ai "leoni d'oro" Redford e Fonda. Valore aggiunto: i loro personaggi son molto più veri e coinvolgenti, fra senilità , malattia e la forza invidiabile di una coppia unita ed innamorata della vita fino alla fine.

Complimenti a Virzì che rende onore al cinema italiano. Grazie!

13 maggio 2018

Loveless

Loveless di Andrey Zvyagintsev, 2017 , premiato a Cannes , nominato all'Oscar.





Ok, in Russia non si mangiano più i bambini ma non sono granchè migliorati

Commento provocatorio a parte, è giusto che io sottolinei in primis i tanti meriti di questo film, prima di esprimere le mie riserve. È giusto anche precisare che non ho visto altre pellicole del regista perciò la mia opinione si limita a questa visione.

- Il film è un'opera di tutto rispetto , ambisce al Cinema d'arte e d'autore e ne ha tutte le qualità fondamentali.

-Regìa impeccabile, matura e magistrale , fotografia e scenografia curatissime e coerenti con ciò che si vuole comunicare. Punto di vista della narrazione (cinicamente distante dall'oggetto narrato) mantenuto senza cedimenti e con grande stile. Sceneggiatura e dialoghi scarni quanto efficaci.

-C'è innegabile e chiaro talento. E la pellicola arriva al pubblico senza mezzi termini , coinvolge emotivamente senza scampo. Angoscia,  indignazione e  raggelante disagio colgono lo spettatore. Il regista si fa capire e sa comunicare  con gran sicurezza e chiarezza.

-Alcune scene e riprese sono assolutamente indimenticabili : Alexey nel bagno dietro la porta, il condominio-formicaio d'altri tempi (e fasti) con la bandiera in mezzo al cortile, l'urlo-sirena della volontaria in mezzo al bosco (Aaalyyyoooshaaa !) , i manifesti con la foto dello scomparso presto scoloriti e deteriorati,  la natura ghiacciata ed agghiacciante che apre e chiude il film, Zhenya sul tapis roulant con una tuta da campionessa olimpica. E molto altro.


Eppure questo film soffre di limiti non trascurabili , che personalmente non riesco a non notare

Più che la storia di una coppia  disastrata e deprecabile è un ritratto sociale di una Russia moderna dal punto di vista del regista.
Tutti e tutto sono "loveless" : mancanti d'amore, empatia, cinicamente privi di umanità. Anzi, persino pieni di agghiacciante indifferenza e di rabbia. I genitori, la nonna, le forze dell'ordine, la società intera. A 360○. Senza scampo o speranza di agnizione o miglioramento.
"Loveless"  (mancanza d'amore e perfino fastidio) è anche ciò che il regista prova per la sua Russia. Più che denuncia sociale, critica , dissenso ciò che mi colpisce in Zvyagintsev è il pessimismo assoluto che si coniuga col rifiuto.

Ogni singola cosa o personaggio è metafora e simbolo sociale.
I personaggi non hanno vita al di là di ciò di cui sono simbolo,  incluso Alexey stesso, la cui assenza è la più grande metafora di tutte : è l'innocenza perduta di una società agonizzante pregna di egocentrismo e brutalità.

C'è troppa generalizzazione, semplificazione e metafora forzata.
Nonna = orrida strega stalinista che sta morendo in solitudine e rabbiosa decadenza ma senza pentimenti. La generazione precedente.
Padre = la Chiesa ortodossa , ipocrita , rigida, perbenista e dannosa. No aborto ,no divorzio, famiglia obbligatoria,  poi i figli li sperdono o li buttano malamente nel box .
Madre = non ama nessuno se non la propria immagine. Selfie, fitness, posizione sociale.
Giustizia = mbè, non c'è crimine (i genitori non hanno ammazzato Alyosha) quindi va già bene così.
La crisi ucraina in tv = che problema! Ma a nessuno degli spettatori sul divano di casa importa un fico secco. Zapping fra il meteo (sempre neve e gelo) e qualche pallosa menata moralista e tutto è ugualmente indifferente.



Alla faccia del pessimismo storico !  Qui Zvyagintsev è tantino catastrofico.
A sentire lui , in conclusione, in Russia non si mangiano più i bambini ma non sono granchè migliorati.

Io della società russa odierna non so, ma dopo la visione di Loveless sento il desiderio di ascoltare anche un altro punto di vista, un'altra campana.

6 maggio 2018

Baby driver

Baby driver, 2017, home video.


Ottimo action al ritmo adrenalinico della musica di Baby.

Baby ha l'acufene,  è strano o straniato ma non ritardato

….ritardato vuol dire lento. Per caso era lento? (Doc)

Baby è tutto meno che lento alla guida di un'auto. Purché ci sia la sua musica.

Il giovane Elgort in un bel ruolo che sostiene bene, Jamie Foxx al solito cattivo-cattivo e credibile. Kevin Spacey che forse mai più rivedremo e dispiace davvero.

Colonna sonora che spadroneggia gradevolmente per tutto il tempo.

Consigliato anche a chi non ama il genere action; il regista Edgar Wright ha saputo regalare un gran bel ritmo a questa pellicola.

1 maggio 2018

The Lesson e Glory

Il cinema bulgaro secondo Grozeva e Valchanov


The Lesson , di Grozeva e Valchanov ,2014 (Blg)


Tratto da un fatto di cronaca , liberamente interpretato dai registi esordienti . 
L'ambiguità della "morale" in fondo a questa storia o meglio la sospensione di ogni "lezione morale" è il vero punto di forza di questo piccolo ma incisivo film bulgaro , presentato al Toronto Film Festival 2014. 

Nadya è una professoressa d'inglese che scopre piccoli furti in classe. Vuole ovviamente educare all'onestà : indurre il giovane colpevole a confessare e restituire , insegnare a tutti quanto sia sbagliato rubare.



Ma fuori dalla scuola il mondo è in grave recessione economica e fra disoccupazione e mutui capestro Nadya si ritrova in impreviste e ben peggiori difficoltà personali.

Sconfitto ogni disperato tentativo di fare la cosa giusta, Nadya finisce per fare l'unica cosa possibile

Al pubblico l'ardua sentenza. 
Il film chiude come si è aperto, con il gessetto che graffia sulla lavagna e la sceneggiatura che ci lascia soli alle nostre valutazioni . Una chiusura magistrale. 
Gosheva attrice di classe , da scoprire.

Da vedere

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Glory, di Grozeva e Valchanov, 2016 (Blg)



Dopo il magistrale The Lesson tornano e ci riprovano i due registi/sceneggiatori bulgari Grozeva e Valchanov con una pellicola di tutto rispetto che , opinione personale, ho sentito però meno incisiva e più didascalica della precedente.
Beninteso, avercene di cinema così in Italia, purtroppo ce lo sognamo.

La storia del povero , tonto, onesto, balbuziente Tzanco Petrov strumentalizzato e spogliato della sua dignità nonchè del suo prezioso orologio Glory punta dritto il dito verso la corruzione statale bulgara e verso l'elìte oligarchica disonesta e arrogante che tale sfacelo crea e favorisce.
I registi ci fanno anche chiaramente comprendere la gravità della spaccatura economico-sociale-culturale fra la borghesia della capitale (benestante e nevrotica manco fosse Manhattan) e il resto della nazione ,specie le aree rurali, che vive in condizioni arrestratissime sotto tutti gli aspetti (come se dopo il 1989 nulla fosse cambiato, ma anzi peggiorato).




Tuttavia la satira amara e potente di The Lesson qui sembra tentata ma non del tutto riuscita. L'arco si tende, la freccia scocca ma la gittata sembra scarsa e (secondo me) manca , seppur di poco, il bersaglio.

La Gosheva è di nuovo grandiosa , si conferma attrice talentuosa (hollywood se ne accorgerà presto?). Il personaggio Tzanco non è scritto troppo bene ,a mio parere, e ne risulta un'interpretazione rigida e monocorde. Eccessiva in alcuni momenti.
Funziona comunque perchè è quasi impossibile non empatizzare con lui , arriva al pubblico. Ma credo si potesse fare di meglio e per certi versi è un'occasione mancata.

È un film da vedere , soprattutto per gli amanti del cinema "impegnato" da cineclub.

A mio parere The Lesson era un bel voto 9 mentre a questo non darei più di 7,5.