3 dicembre 2019

Parasite

Parasite, di Bong Joon-ho, 2019  (Kor). Palma d'Oro Cannes 2019



Non sono estimatrice del cinema del regista coreano. Non lo capisco, non lo apprezzo. Probabilmente un mio limite. 

Parasite mi ha convinta a rivedere la mia opinione. Mettendo in conto una buona dose di sospensione dell'incredulità, il film appassiona , scorre molto bene e va a segno. Mi è piaciuto l'equilibrio nel miscelare commedia e dramma, il grottesco per una volta è ben misurato. La recitazione qui non scade nel macchiettistico : è sobria abbastanza con quel tanto di esagerazione funzionale alla svolta surreale finale. 
Bella la fotografia , riprese notevoli : indimenticabile la discesa /fuga notturna dei Kim sotto un diluvio di pioggia , dall'olimpo dei Park al ghetto inondato da fognature straripanti.



Le scenografie degli interni sono quanto mai indovinate . Lo spazio enorme arredato in modo minimalista con la parete vetrata sul giardino dei Park di contro al minuscolo seminterrato dei Kim con water a vista e finestrella a bordo vicolo sporco con ubriachi orinanti . Ed ancora , il terribile labirinto sotterraneo alla villa dei Park senza finestre.  Ambienti che raccontano la storia più di mille dialoghi. 


Perfetto il titolo. Nel lindo mondo dei Park si intrufolano , non visti, dei "parassiti" ma al di sotto di tutto ciò sopravvivono altri più disperati "parassiti". 
A dispetto della filosofia classista del signor Park , il "limite" viene oltrepassato ben oltre la sua immaginazione. 


Questa volta Bong Joon-ho mi è piaciuto. Mi è sembrato il suo miglior film finora. 
L'ho trovato più maturo, stilisticamente raffinato. 

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