13 marzo 2018

The square


The square, 2017, di R. Östlund , Palma d'Oro a Cannes , candidato Oscar 2018 film straniero.



È un film difficile. Da vedere e da valutare.
Anche perchè Östlund non ci aiuta  a comprendere cosa voglia raccontarci esattamente . Si finisce per detestarlo o ,all'opposto, trovarlo interessante ed originale.
Io sono per una via di mezzo. Per un verso mi ha annoiata , per l'altro affascinata.

Motivi per detestarlo :
Il "politically correct" più ipocrita sembra messo alla berlina con sarcasmo . Christian, curatore del museo di arte contemporanea più intellettual- concettuale che si possa immaginare, sembra essere la quintessenza del borghese tutto chiacchiere, snobismo ed arte intesa come "installazioni" e "performance" fra le più assurde e peregrine. 

Il "quadrato" (the square del titolo) dei pari diritti e della solidarietà dovrebbe quindi essere l'epicentro delle buone intenzioni contraddette di fatto dalla meschinità ed ipocrisìa di ciò che accade poi nel film.
Peccato che il regista metta in scena personaggi e vicende varie senza riuscire a smarcarsi di una virgola dallo stesso vizio egomaniaco , intellettualoide e fondamentalmente tanto simile a ciò che vorrebbe criticare.

Due ore e mezza sono troppe, le riprese lentissime, le stranezze messe lì un pò troppo per far il film "diverso, assurdo , complicato, da cineclub" che fa vincere i premi ai festivals.

Motivi per trovarlo interessante :

○ Di fatto solo i metodi poco corretti riescono a far ritrovare portafoglio e smartphone a Christian. Tutto il resto è fuffa, pure il petulante ragazzino extra-comunitario che rompe le palle , poi pigola , poi svanisce perchè in effetti a lui non è successo niente di grave.😀

○ Solo un video assurdamente violento e folle riesce a catalizzare l'attenzione collettiva su Youtube : indignazione,  scuse e dimissioni durano l'arco di un attimo durante la conferenza stampa che poi devia subito sulla "libertà di espressione che non può avere limiti". Cosi che , probabilmente, i due giovani ideatori del video ci hanno in fondo azzeccato : male.... ma basta che se parli.😉

○ Solo un performer mal istruito o matto di suo riesce finalmente a smuovere i pietrificati convitati al galà del museo . Dalla provocazione, alla molestia fino alla violenza pura sulla malcapitata donna.
"Zitto e subisci e forse la belva ti risparmia, scappa e la belva ti aggredisce"
Finisce male per il performer, perchè finalmente i convitati decidono per l'opzione non prevista dal codice del "perbenismo" : riempirlo di botte.😯

○ Le istallazioni e il sonoro che le accompagna , la musica che sottolinea varie scene sono davvero accattivanti. Non è tanto il "quadrato" ma la via d'accesso ad esso che intriga : "mi fido/non mi fido delle persone" . Tutti a scegliere mi fido, ovviamente. Io decisamente sceglierei "non mi fido" ..... tanto per vedere a che stanza avrei accesso. 😀 Probabilmente a quella dei mucchietti di ghiaia "tu non hai niente" .... quelli che l'addetto alle pulizie spazza in buona fede rovinando l'installazione. 😀 😁

○ I turpiloqui del malato di Tourette sono esilaranti in quel contesto. Stesse cose che verrebbe in mente di dire anche a chi non ha la sindrome di Tourette, io per prima.

○La piramide di sedie con il fracasso sonoro è una fantastica installazione di sfondo al dialogo fra Christian e la "schianta-maroni" americana.

Insomma , non è così semplice inquadrare film, regista e messaggio : c'è un pò di questo e quello ma anche l'esatto contrario. 
È la presenza di questo contrario che ho gradito e trovato interessante, anche se non è la parte  immediatamente più evidente. 
Motivo per cui vale la pena munirsi di pazienza e vedere il film.
Che soffre sì di spocchia ma sa anche regalare scene di gran virtuosismo sia estetico che di sostanza.

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