20 giugno 2019

Tutti lo sanno

Tutti lo sanno, di Asghar Farhadi, 2018. In concorso a Cannes 2018.





Togliendo l'Iran dal suo cinema il melodramma famigliare non ingrana.
Vero che Farhadi ci aveva già provato con Il passato ma lì , più che interamente francese, l'ambientazione poteva definirsi franco-iraniana.
Farhadi apre con una bella e pertinente scena iniziale che inquadra l'interno del campanile e il meccanismo dell'orologio nel paese dell'entroterra madrileno . Pare dirci subito che qui si respira aria di storie antiche , amori passati, avidità e rancori non sopiti, segreti che tutti (forse) sanno. 



Ma man mano che la vicenda si dispiega e prende forma sullo schermo i difetti si palesano e non sono marginali. Il melodramma inficia il thriller , il gioco dei sospetti non intriga lo spettatore, le tensioni e rivalità famigliari non sono poi così imprevedibili nè coinvolgenti. 
Purtroppo c'è spreco di ottimi attori in dialoghi insipidi e scene più imbarazzanti che drammatiche. Bardem e la Cruz (specie lei) meritavano miglior sceneggiatura e regìa. 

Pellicola abbastanza deludente. 



13 giugno 2019

Joy

Joy, di Sudabeh Mortezai, 2018. Premio miglior film BFI London Film Festival 2018.


Duro e realistico , privo di sentimentalismo. Ottima prova della regista austro-iraniana che dirige con perizia due attrici esordienti.
Storia di Joy , prostituta nigeriana in Austria, che inizia in Nigeria con un debito e un giuramento e termina in Nigeria , senza un barlume di speranza. 





Sceneggiatura pregevole che evita accuratamente stereotipi e facili buonismi:
solidarietà , pietà ,dignità sono un lusso che Joy (e le donne come lei) non possono permettersi. 
Una buona scelta di distribuzione di Netflix. Da vedere.



[Joy to Precious] : "In this game, it’s survival of the fittest. 
That means, if I have to kill you to pay off my debts, I will. 
If I have to steal from you, I will do that.
And I don’t trust you, so don’t trust me, either. Trust only in yourself.”

[Joy a Precious] :" In questo gioco sopravvive la più adatta. Ciò significa che se devo ucciderti per ripagarmi il debito, lo farò.
Se devo rubare i tuoi soldi lo farò.
E io non mi fido di te, perciò non fidarti di me. Fidati solo di te stessa."

7 giugno 2019

I am Mother

I am Mother , di Grant Sputore 2019. Presentato al Sundance 2019. Da oggi su Netflix.





Vi ricordate di Skynet , la A.I. pestilenzialmente globale della saga Terminator?

E di tutte le A.I. un pò troppo potenti ed intelligenti che arrivano immancabilmente alla conclusione che l'umanità è troppo violenta, autodistruttiva, inquinante ed irrazionale , per cui è assolutamente logico sterminarla ?
Sì, ne abbiamo visti fin troppi di film sull'argomento . E menomale che c'era Sara Connor , suo figlio-speranza -dell'umanità e Schwarzy T800 ri-programmato per aiutarli.
Quindi, a onor del vero, non sarebbe il caso di perder tempo con quel che sembra l'ennesimo  sci-fi catastrofico apocalittico con eroici umani vs. spaventosi droidi con smanie genocide.
Il riferimento non è casuale nè un'idea del tutto personale dal momento che regista e sceneggiatore hanno dichiarato di essersi ispirati alla sci-fi anni 80 e specificatamente a Terminator 2.

Senonchè  in I am Mother  tutto è già successo. Il frastuono si è calmato, c'è silenzio, c'è un bunker e si racconta del dopo. 







Esordio alla regia ambizioso ed interessante, low bugdet senza grandi effetti, siamo in realtà più nelle atmosfere e nel mood di Ex-Machina di Garland, di Moon, o del vecchio Hal 9000 se vi pare  . Sci-fi senza azione, chiaro intento verso il cinema autoriale.
Starà davvero allo spettatore , a fine visione (guardando proprio fino all'ultimo fotogramma ,mi raccomando ) farsi un'opinione su Mother. E non sarà così scontata, non così prevedibile.
Tutto sommato vale la pena visionarlo.

6 giugno 2019

Black Mirror 5

Black Mirror 5 , su Netflix (no spoiler)

Striking vipers

Striking vipers

Smithereens

Smithereens 

Meno cinismo, meno cattiveria , siamo tutti più buoni con un pizzico di politically correct. Ma dov'è finito lo "specchio nero", quello che riflette il lato oscuro di te e gli aspetti più ambigui della società che ti circonda?
Quello specchio distopico dove stenti a identificarti col tuo riflesso, tanto distorta ed inquietante è l'immagine che ti rimanda ?
Solo 3 episodi, stagione scarna come alle origini. Ma tanto diversa e lontana dalle sue radici questa 5 stagione ! La vis polemica , l'angoscia agghiacciante, la satira sferzante sono spariti, svaniti. E la commozione travolgente di un San Jupinero ? 
Il tempo passa e anche Black Mirror si adegua ai tempi. Va tutto bene, e se qualcosa va storto un happy ending in qualche modo si può rimediare. 
Se non basta ancora, c'è pure Miley Cyrus con il teen movie del 3○ episodio.

Rachel, Jack and Ashley too.

Rachel, Jack and Ashley too.

Rachel, Jack and Ashley too.

Però che nostalgia Black Mirror !
5a stagione da dimenticare, salvo qualche guizzo gustoso nel primo episodio (Striking Vipers)  purtroppo prontamente "pacificato" e "normalizzato" dallo zuccheroso finale.

4 giugno 2019

First Contact: Lost Tribe of the Amazon

First contact :Lost Tribe of the Amazon , 2016. Documentario su  Netflix






Consiglio "First Contact: Lost Tribe of the Amazon" prodotto da Channel 4 e distribuito da Netflix.
Visibile anche free su Youtube : https://youtu.be/2k0doays7is

Protette dalle leggi brasiliane che impongono il "no contact" per motivi sanitari e antropologici di "no interference" ,esistono tribù che si sottraggono ad ogni contatto con la civiltà bianca, anche in modo violento. Non altrettanto "protetti" dalle autorità peruviane in territorio peruviano : cocaleros e deforestazione minacciano tali popolazioni.
Interessante il punto di vista del documentario che filma alcuni incontri che infrangono la legge , ma non tanto e solo da parte degli antropologi, medici ed interpreti di Stato preposti a salvaguardare l'immutabilità dello stile di vita dei nativi. Alcune tribù cercano l'integrazione per sfuggire agli attacchi sia di altre tribù che dei cocaleros. Ma anche di migliori condizioni di vita.
Molti dubbi etici, pratici, e alcune scomode verità emergono.

Parimenti è necessario leggere alcune critiche e dubbi sollevati dal "The Guardian" a proposito del documentario.

"8 things to know about Channel 4's Lost Tribe of the Amazon" | Environment | The Guardian

https://www.theguardian.com/environment/andes-to-the-amazon/2016/mar/27/channel-4-lost-tribe-amazon

Difficile trarne un'opinione univoca. Gli argomenti di discussione possono essere molteplici.

2 giugno 2019

Advantageous

Advantageous, di Jennifer Phang, 2015. Presentato al Sundance 2015. Home video su Netflix.


Basso budget e produzione indie per uno sci-fi distopico che trova la sua forza nella sceneggiatura (scritta dalla regista e dall'attrice protagonista) e nelle immagini significative.

Una madre single perde il lavoro perchè a 40 anni il suo look non è più sufficientemente "giovanile"  per l'azienda di biogenetica estetica d'avanguardia che rappresenta. Il tema , pur già visto al cinema, viene fortunatamente svolto con originalità e delicatezza prediligendo il punto di vista  interno del rapporto madre-figlia che verrà messo a dura prova dalla scelta azzardata della protagonista.


Seppur "piccolo" questo film riesce a toccare in modo non superficiale temi attuali e critici quali la strumentalizzazione dell'immagine femminile valida quando e se "giovane e bella" , la disoccupazione femminile in tempi di recessione economica,  le disparità sociali cui sono destinati i giovanissimi se non possono frequentare adeguate (e costose) scuole private, i rapporti interpersonali sempre più improntati sull'opportunismo e l'indifferenza , la difficoltà di essere una madre single.



Non eccezionale ma un indie che mantiene le promesse , non delude e nel finale sa porgere un filo di speranza in un mondo drammaticamente cinico ove sembra non essercene alcuna.