24 febbraio 2018

The place

The place, 2017, di Paolo Genovese



Dopo il successo di Perfetti sconosciuti ritorna Genovese alzando l'asticella. Sempre con una formula teatrale , tutto in un interno solo, sceneggiatura tutta incentrata sui dialoghi. Non originale, liberamente tratta e rielaborata da una serie web americana di scarso successo, The Booth at the End.

Abbandonata la commedia dai risvolti amari , il regista affronta un dramma surreale dai temi forti: libero arbitrio , cattivi/disperati desideri , etica. Un uomo con un'enorme, inquietante agenda che sembra in odor di zolfo ma il mostro non è lui. O così almeno dice. 

Sembrerebbe troppa roba, un progetto ambizioso di certo, ma Genovese ci riesce e quadra il cerchio in modo soddisfacente . 

La svolta che il cinema di Genovese ha preso a partire da Perfetti Sconosciuti è molto interessante rispetto all'asfittico panorama del cinema italiano. 

11 attori compresi i soliti cari a Genovese : Giallini, Mastrandrea , Ferilli, Rorwachen . Rispunta Muccino. Tutti utilizzati al meglio .

Da vedere per ritrovare fiducia nel cinema nostrano.
Bravo Genovese, spero continui così.

22 febbraio 2018

Il filo nascosto

Il filo nascosto : P.T. Anderson indigesto come un'amanita muscaria. D.D. Lewis dalle stelle alle stalle (😭)



Scritto, diretto, co-prodotto da P.T. Anderson che ha curato anche la fotografia: ecco, sono entrata in sala con una certa cautela. Ho amato Magnolia e Il Petroliere ma P.T. Anderson non incontra sempre il mio gusto. Qui poi fa tutto lui, forse ha anche montato il set da solo. Uhm....mah!

Sono entrata in sala con una confortante certezza : Mr. 3 Oscar D. Day Lewis non ha mai sbagliato un colpo nella sua vita professionale. Non sono la sola a considerarlo il miglior attore della sua generazione. Di certo è uno che piuttosto che interpretare un film ove non possa splendere va a fare il ciabattino.

Il film mi è piombato addosso soffocante come una camera a gas.

Non posso ancora credere che D.D.Lewis possa essersi prestato a fare il burattino incolore, ingessato , senza spessore , senza recitare davvero nella pagliacciata intellettual-nevrotico-voyeuristica  messa in piedi dal solipsistico Anderson che forse avrebbe fatto meglio a procurarsi una sceneggiatura professionale o quantomeno sensata.

Daniel, che brutto addio al cinema è mai questo?  Che sofferenza! 😳 😭

Quel che segue non è uno spoiler, potete leggere tranquillamente. Probabilmente ne concluderete che abbiamo visto due film diversi. Buon per voi, ve lo auguro.

Anni'50. Stilista di talento e successo oberato da complesso di Edipo alto come un campanile trova finalmente dominatrice adatta alle sue inamidate nonché meschinelle nevrosi.

Bella casa, bei vestiti , soldi e posizione sociale son motivi comprensibilmente più che sufficienti affinché una spiantata ma intraprendente cameriera si dia molto da fare (per tutto il film) per riuscire a sostituirsi all'ingombrante fantasma materno e soddisfare le esigenze del complicato cliente, nonché le più prosaiche proprie.

Lascio la critica e l'élite intellettuale ad applaudire e discutere di "amore contorto, ma pur sempre amore" , di atmosfere raffinate e claustrofobiche , di "muse" dell'arte (ma sul serio??), di eros e thanatos, di figure femminili "forti"(eh?? buuh!) e quant'altro.

Posso solo dire che i costumi sono splendidi. Ecco, magari l'Oscar per quelli ci sta. P.s. post-premiazione : appunto, di 6 prestigiose candidature (eccessive) si becca solo l'Oscar per i costumi. Come prevedevo. Ben gli sta !😁😈

20 febbraio 2018

Una donna fantastica

Una donna fantastica  2017, candidato Oscar miglior film straniero.

"Quando ti guardo io non so cosa vedo…….. una chimera"




Affermare pubblicamente il proprio diritto al lutto (rivendicando così la propria esistenza ed identità) o nascondersi come preferirebbero tutti gli altri , chi con intollerante violenza chi con un "mi dispiace ma è meglio così"?

Alla morte improvvisa dell'amato compagno Orlando la scelta di Marina (Daniela Vega , trans al cinema e nella vita) è quella dell'affermazione ad alta voce di contro e nonostante tutte le difficoltà, ipocrisie ed ostracismo che incontra. Specie nei confronti della famiglia di Orlando .

E tanto basterebbe per farci un film di per sé in linea con istanze sociali attuali, discusse e anche controverse. Tanto basterebbe per far indignare noi pubblico di fronte alla cattiveria che si abbatte su Marina ed empatizzare con lei e il suo coraggio. Un'occasione per uscire dalla sala più consapevoli e più "buoni" . Tutto sommato il film è Orso d'Argento a Berlino e il regista cileno Sebastian Lelio non è alle prime armi , anzi già con Gloria aveva dimostrato la sua propensione a narrare storie non troppo convenzionali.

Beninteso, la pellicola soffre di alcune debolezze non marginali : alcuni passaggi narrativi frettolosi e poco logici , alcune scene che rischiano il melò da soap opera , alcuni personaggi caratterizzati in modo superficiale, sceneggiatura con dialoghi a volte poco efficaci. Difficile che possa vincere l'Oscar strappandolo al favorito Loveless. Bene invece che sia nominata perché se lo merita.

Se lo merita perché il regista con sobrietà e grande abilità nelle inquadrature ci racconta anche l'altra faccia della medaglia , la parte più ostica per Marina che non è un'eroina senza dubbi e senza incertezze, anzi. Per quanto si possa essere forti e convinti della propria identità, se nell'immaginario altrui non esistiamo o addirittura esistiamo negativamente , allora davvero ogni sforzo e ogni battaglia personale potrebbero essere vani. Come diceva Ralph Ellison (scrittore afro-americano) :"sono invisibile perché gli altri si rifiutano di vedermi".



Marina è una donna in penombra che ha trovato occasione e speranza di poter "essere" ciò che è alla luce del sole in compagnia di Orlando e anche in attesa del procedimento legale di cambio di sesso sulla carta d'identità. La morte di Orlando rischia di farla ri-precipitare a forza nella penombra. Non solo il rifiuto nell'immaginario altrui è secco ma Marina stessa si ritrova , nonostante tutta la sua forza interiore, a cercare una risposta definitiva inoltrandosi nella sauna finlandese ad aprire un armadietto che non sapremo mai cosa contiene.
La scena è perfetta, girata in modo superbo, con Marina prima donna nella zona femminile poi uomo nella zona maschile. In entrambe è invisibile e perfettamente mimetizzata senza nulla fare se non spostare l'asciugamano ; nessuno la nota.

Che dentro l'armadietto ci sia tutto e niente , che sarà davvero sempre e solo una chimera agli occhi altrui, come la vede la ex-moglie di Orlando ?




Questo film mi è piaciuto , l'ho trovato interessante ed onesto nell'affrontare un argomento non semplice senza troppe facilonerie e buonismi da "politically correct". Il budget è appena al di sopra di quello di un film "indie" , non è un capolavoro ma lo consiglio vivamente. -------------------------------------------------------------------------- P.s post-premiazione. E invece ha vinto! Ha battuto Loveless che a mio giudizio meritava la statuetta. Non sono troppo sorpresa, però. E' un film più complesso di quel che appare , una riflessione su di un tema attuale e dibattuto . Svolta in modo non superficiale e con punto di vista non unilaterale.