9 novembre 2019

American Son

American Son , regia di Kenny Leon, sceneggiatura  di Christopher Demos-Brown, 2019 , su Netflix dal 1 Nov.
Attori : Kerry Washington, Steven Pasquale, Jeremy Jordan, Eugene Lee.
Presentato al Toronto F.F. a settembre.


Netflix ingaggia drammaturgo, regista ed attori per portare in tv il dramma teatrale  andato in scena l'inverno scorso a Broadway . Pochissime variazioni rispetto alla piéce teatrale (così si evince dalla stampa oltre oceano). Cosicchè dai divani e poltrone delle case di mezzo mondo possiamo vedere (più o meno) lo stesso spettacolo che in teatro  (prezzo medio d'ingresso 200 $) ha visto, applaudito e commentato tutto il "vippario" black&white che conta,  Michelle Obama inclusa. 





Curiosamente (o forse no, vai a capirli) pièce e film tv si sono attirati tutte le critiche possibili ed immaginabili da parte di tutta la critica (teatrale e cinematografica) che conta , New York Times e Guardian inclusi. 

C'è qualcosa che non torna ? Green Book vinse l'Oscar e mise tutti d'accordo.
Questa pièce e il relativo film mettono tutti in disaccordo e in gran confusione. 
Quattro personaggi e quattro punti di vista diversi su di un argomento che tocca un "nervo scoperto" dell'America contemporanea. 

Il regista Kenny Leon

Gli attori sul palcoscenico a Broadway 

 Ad inizio film passa una citazione che è tutto un programma : 

 “But race is the child of racism, not the father"
 Buona visione (consiglio di vederlo) su Netflix. 

1 novembre 2019

Il re (The King)

The King (tr.it. "Il re") , di David Michôd , 2019. Presentato fuori concorso a Venezia 2019. Su Neflix 1 Nov.


L'ambizione di una trasposizione libera di una fra le più opere Shakespeariane più "toste" , l' Enrico V, pensata e scritta a due mani da Michôd ed Edgerton, è stata l'assunzione di un gran bel rischio. 

Rischio perchè l'ombra lunga ed autorevole di Kenneth Branagh è appena dietro l'angolo e c'è poco da scherzare.
Rischio perchè scegliere un cast di star giovani ed emergenti quali Chalamet,   Thomasin McKenzie ( Senza lasciare traccia) e Lily-Rose Depp (Io danzerò, L'uomo fedele) poteva attirare per poi scontentare il pubblico più giovane. E di contro suscitare dubbiosi pregiudizi fra il pubblico più grandicello.



Di fatto il rischio è ben calcolato e gestito. Le due giovani attrici hanno entrambe una "particina" risicata che far danno era impossibile. 
Chalamet è sostenuto da attori consistenti ed esperti , Edgerton in primis in un Falstaff convincente senza mai salire sopra le righe (notevole).  Sean Harris, Ben Mendelsohn, Robert Pattison ed altri sostengono degnamente. 



Direi che la vera "prova del nove" era senz'altro per Timothée Chalamet, talentuoso ma finora conosciuto per interpretazioni adolescenziali (Chiamami con il tuo nome, Beautiful Boy) per le quali ha avuto senz'altro il giusto physique du rôle e il giusto approccio. 
Ma un Enrico V, mai visto al cinema come "giovane" ? Per non parlare del teatro, che lì è parte solo per attori espertissimi.
D'altro canto la storia non mente, Enrico V salì al trono a 26 anni. Altri re anche più giovani. 

A conti fatti Timothée Chalamet supera la prova in modo onorevole confermandosi attore capace di sganciarsi dal "beautiful boy" e relativa fanbase giovanile.

La sceneggiatura sa porsi con equilibrio senza disturbare mostri sacri e peccare di presunzione. Via il monologo del giorno di San Crispino sostituito da un'arringa semplice ma che non sfigura. Niente citazioni impegnative ma tutto sommato il peso e gli inganni del potere ci sono e definiscono questo Enrico V quanto basta per renderlo un credibile adattamento che si lascia vedere da tutti senza annoiare nè scandalizzare alcuno. 

Pellicola a mio parere promossa (niente capolavoro, per carità, beninteso). 
Netflix é  una di quelle volte che spende bene i soldi.