Ad Astra, di James Gray, 2019
Sono reduce dalla visione di "Ad Astra" che non mi ha aggiustato la domenica già di per sè tristanzuola.
Solitudine e tristezza siderali non rallegrano lo spirito dello spettatore. Il dramma intimistico, e non, latitano.
Si può vedere ma senza troppe aspettative. Plot e sceneggiatura oscillano fra il vago e il vacuo rischiando a tratti la confusione. Monologhi interiori e primi piani in eccesso. Meno era meglio.
Il regista Gray ha pomposamente citato Joseph Conrad : cosa non si direbbe per promuovere un film ! Eresìa. Nulla di "Conradiano" in questa pellicola.
Pitt non è ben diretto e risulta professionale ma non incisivo. Tommy Lee Jones e Sutherland ancora meno interessanti.
Una volta tanto invece sono stata molto coinvolta da un aspetto tecnico : le scenografie. Hanno scelto una consulenza Nasa per la costruzione ed hanno speso bene i soldi. Anche senza consulenza Nasa avrebbero funzionato cmq. Lo sfondo,specie gli interni, vale quasi più della storia. Affascinante e significativo.
Per il resto "Ad Astra" è uno sci-fi sotto-genere "umanistico" che va bene ma non brilla e verrà dimenticato presto.