Roma, di A. Cuarón, 2018 , Netflix. Leone d'oro Venezia 75. (no spoiler)
Capolavoro assoluto fin dalla prima inquadratura : la pozza d'acqua che rivela , secchiata dopo secchiata, il riflesso del cancello e l'aereo che passa in cielo.
B/n da pellicola d'autore che rievoca ,senza sfigurare neanche un pò, i maestri più classici del cinema : Bergman, Antonioni, Hitchcock. .... soprattutto la cinematografia italiana.
Roma è un quartiere piccolo-borghese di Città del Messico nel 1971.
Padrona di casa, bambini, nonna, donne di servizio : è la storia di una famiglia . Dalla borghesìa alle classe sociale più umile è un ritratto trasversale di donne resilienti, generose, forti, amorevoli : gli uomini sono assenti perchè le hanno lasciate sole e in difficoltà.
Non c'è un briciolo di retorica o di sentimentalismo "facile". Piuttosto intravedo un pò di scuola neo-realista italiana. C'è la vita quotidiana , fotografata con rigore quasi maniacale. Ogni inquadratura è un piccolo affresco , significativo, affascinante, potente.
Roma è lungo (2h e 15 min) ma trascina lo spettatore dentro al suo mondo in modo inevitabile, coinvolgente. Si sprofonda dentro al suo ritmo lento, quasi ipnotico, come ormai non siamo più abituati , troppo assuefatti al cinema contemporaneo dalla narrazione veloce. Si rimane incollati allo schermo fino ai titoli di coda travolti da mille emozioni.
È un film degno di ogni premio cinematografico : una gioia per il cinefilo ma sicuramente capace di catturare l'attenzione anche dello spettatore meno esperto. Può piacere a tutti.
Perchè Roma è un film perfetto sotto ogni aspetto, sia narrativo che tecnico.
Non so da quanto tempo non vedevo un film così bello , splendidamente pensato, girato e fotografato. Credo sia il miglior film che abbia visto quest'anno.
Solo un aspetto negativo : meritava lo schermo grande, la sala. È troppo imponente , epico, per il piccolo schermo che Netflix impone.