24 agosto 2019

Prospect

Prospect, di Zeek Earl e Chris Caldwell, 2018. Presentato al Trieste Science+Fiction F.F. 2018



Un "indie"  molto scarno , zero effetti speciali - zero cgi - zero scenografie, dal sapore retrò che strizza l'occhio al cinefilo in cerca di una  "boccata d'aria" lontano lontano dai fasti dei cinefumettoni in voga.




Lungometraggio d'esordio per i due registi . Sci-fi low budget che sa trovare una propria originalità  in una commistione di generi:  sci-fi classica con astronavi e luna aliena ,western, racconto di formazione dall'adolescenza all'età adulta.

Cee e il padre Damon sono "prospectors" scavatori ingaggiati per estrarre "gemme" dal suolo di una luna verde aliena. Ma non sono i soli in quel mondo dall'atmosfera irrespirabile a volere la stessa cosa. Ezra sarà il primo brutto incontro. Vige la legge feroce della violenza per la sopravvivenza e il profitto. Accadranno fatti spiacevoli e la giovane Cee dovrà crescere in fretta per potersela cavare.





Ci sono ingenuità nella sceneggiatura e alcune ripetizioni nelle riprese ma tutto sommato il film scorre coinvolgendo fino al non-finale ben pensato e realizzato.

Brava Sophie Thacher (Cee) accanto al più esperto Pedro Pascal (Ezra) , l'Oberyn Martel del Trono di Spade.

23 agosto 2019

Die Abenteuer des Prinzen Achmed

Die Abenteuer des Prinzen Achmed, di Lotte Reiniger, 1926. Cannes classics 2019


"Die Abenteuer des Prinzen Achmed" è il primo lungometraggio di animazione della storia del cinema , realizzato con la tecnica delle sagome ritagliate. Lotte Reiniger (1899-1991) ha realizzato numerosi film che si basano sul movimento di immagini nere su sfondi luminosi con uno studio attento della musica e del balletto. I temi delle sue opere si rifanno spesso al patrimonio fiabesco.



Nel film, ripresentato di recente all’ultima edizione del Festival di Cannes (sezione Cannes Classic), le silhouette snodate si muovono secondo la tecnica del teatro delle ombre, anche se in modo differente. La regista muove le ombre di piatto e l’illuminazione è dall’alto, mentre nelle ombre cinesi, vengono mosse in senso ondulatorio e l’illuminazione è frontale. Die Abenteuer des Prinzen Achmed è tratto da novelle appartenenti alla letteratura araba: Le mille e una notte.

Il film animato è formato da più di 300.000 immagini. All’inizio è stato utilizzato il bianco e nero e gradualmente sono stati sviluppati più passaggi per gli sfondi, usando sapone sabbia e vernice su strati differenti. Lotte Reiniger per realizzarlo e raggiungere l’elasticità nei movimenti impiegò tre anni, dal 1923 al 1926. Le marionette utilizzate nel film sono composte di piombo e cartone per ottenere movimenti più fluidi. Le silhuette vengono poste su un piano di lavoro orizzontale e retroilluminate per dare una massima opacità al nero e una maggiore luminosità ai fondali colorati, e poi riprese dall’alto.



Il negativo venne distrutto nella battaglia del 1945 a Berlino, ma il British Film Istitute aveva in possesso un secondo negativo e solo nel 1972 è stato ristampato. La copia presentata a Cannes è stata restaurata dal Deutches Filmmuseum Frankfurt am Main.

Da vedere qui (66 min):

17 agosto 2019

Macchine mortali

Macchine mortali, di Christian Rivers , 2018.



Stiloso fantasy steampunk post-apocalittico . Il regista , già Oscar per gli effetti speciali con King Kong, lavora sullo storyboard firmato Peter Jackson (qui anche produttore) e il risultato è una godibilissima favola dal sapore un po' tolkieniano dove cgi , effetti speciali, scenografie, fotografia e costumi spadroneggiano sontuosamente e valgono assolutamente la visione.
Nel terzo millennio il nuovo continente euro-asiatico si divide fra tecno-predatrici e belliche città mobili (fazione trazionista) e mondo pacifista al di là della Muraglia (fazione stazionista) che vive prevalentemente delle risorse della terra.



La nefasta iper-tecnologia quantistica e bio-robotica degli antichi è (quasi) rottamata e perduta.
Non mancherà chi vorrà recuperarla (la città mobile Londra) per scopi bellici. Invitabili le sotto-trame d'amore dal sapore young adult : quella dell'uomo-macchina Shrike più interessante con il suo umanissimo amore impossibile. Fascinosa Jihae dagli splendidi costumi e "parrucco" davvero cool. Prevedibile ma in parte Hugo Weaving ,il cattivo.






Scontata l'avversione tolkieniana per l'uso della scienza a fini bellici e quella jacksoniana per il classismo sociale ( il "darwinismo urbano" di Londra).

La cifra stilistica squisitamente steampunk mi è piaciuta particolarmente. E' il caso di dire che qui la confezione è il punto forte e conta davvero tutto.


5 agosto 2019

Beloved

Beloved, di Jonathan Demme, 1998. 




Il ritorno-incubo della figlia e sorella "cancellata".

Tratto dall'omonimo romanzo (premio Pulitzer 1988) di Toni Morrison (premio Nobel per la Letteratura 1993). 

Demme rischiò molto nel trasporre un romanzo complesso ed apparentemente "intraducibile" in immagini , surreale borderline con l'horror quanto potente nel messaggio storico-sociale. 

Si può  dire che il regista abbia ottenuto un rispettabile risultato ,visto il compito "titanico" , grazie a Oprah (Sethe) davvero sorprendente e una Thandie Newton (Beloved) in stato di grazia ,affiancate dalle solide interpretazioni di  Kimberly Elise (Denver) e Danny Glover (Paul D.).






Beloved ritorna terribile e divoratrice , senso di colpa mai sopito di Sethe, avversaria distruttrice della precaria pace famigliare e del futuro da donna libera di Denver. Soprattutto dolorosissima memoria personale e collettiva di un passato di schiavitù ancora troppo vicino.



Occorrerà la forza e il sostegno dell'intera collettività per esorcizzare un "mostro" che non vuole (non può) farsi cancellare facilmente.
Film visionario che , sebbene non potente come il romanzo della Morrison, merita senz'altro di essere visto o rivisto.

P.S. È mancata il 06/08 , un giorno dopo la pubblicazione di questo post, il premio Nobel Toni Morrison all'età di 88 anni. R.I.P.

4 agosto 2019

Free Solo

Free Solo, di Jimmy Chin e Elizabeth Chai Vasarhelyi, 2018. Oscar documentario 2019



Alex Honnold  è uno dei pochi free climber professionisti ad arrampicare senza corde nè moschettoni e l'unico ad aver conquistato in solitaria i 900 mt di parete a strapiombo ,quasi priva di appigli,  di El Capitan nello Yosemite National Park. 
Fotografia da Nat Geo (superlativa, al solito) e montaggio pregevole frutto di ben 700 h di girato nell'arco di due anni. 

Basta guardate come e dove sono state piazzate le videocamere per le riprese e soprattutto coloro che hanno girato il documentario  (e con quali modalità! Tutti free climbers professionisti) per capire che l'Oscar è super-meritato.

Anche se gli sport estremi non vi interessano (almeno quelli da aspiranti al suicidio come questo)  il lungometraggio merita di essere visto cmq. Le riprese degli allenamenti e dell'impresa finale sono strettamente e felicemente intrecciate con la vita, le idee,la personalità  peculiare di Alex Honnold per un risultato davvero molto lontano dalla celebrazione del super-campione super-uomo. Anzi, tutt'altro, l'essere umano che ne emerge è coinvolgente nella sua semplicità , con i suoi limiti....e "qualcosa nell'amigdala" che funziona in modo un pò strambo. 



3 agosto 2019

Departures

Departures , di Yojiro Takita , 2008 (JP). Oscar 2009 miglior film straniero.


Il violoncellista Daigo perde il suo lavoro. Tornato al villaggio di campagna della sua infanzia con la moglie , dovrà adattarsi ad un lavoro ben diverso , del quale inizialmente si vergogna. 


Dovrà accettare i limiti del suo talento artistico , affrontare dolori del passato, ritrovare valori dimenticati , maturare un nuovo senso della vita attraverso un lavoro  apparentemente macabro e umile che lo porta tuttavia a contatto con le vite e i sentimenti più riposti  della gente, nonchè con l'eccentrico e saggio titolare dell'impresa  (Yamazaki Tsutomu, attore caro ad Akira Kurosawa ). Dovrà affrontare una crisi matrimoniale con la pur paziente moglie , disgustata quando apprende la vera natura del lavoro del marito.



Il rito della deposizione - la cura del nokanshi - è una tradizione giapponese, un rituale discreto e rispettoso per dare l'estremo saluto alla persona deceduta: la pulizia del corpo, il trucco sul viso e l'accurata vestizione. 


Regia senza fronzoli per un'intensa quanto delicata riflessione sulla morte , non scevra di un tocco d' ironia che evita eccessive drammatizzazioni . Attraverso il rispetto per la morte , dolori e contrasti passati si ricomporranno.
Scivola lieve ed elegante questa originale  e poetica pellicola impreziosita da una raffinata colonna sonora.