17 agosto 2019

Macchine mortali

Macchine mortali, di Christian Rivers , 2018.



Stiloso fantasy steampunk post-apocalittico . Il regista , già Oscar per gli effetti speciali con King Kong, lavora sullo storyboard firmato Peter Jackson (qui anche produttore) e il risultato è una godibilissima favola dal sapore un po' tolkieniano dove cgi , effetti speciali, scenografie, fotografia e costumi spadroneggiano sontuosamente e valgono assolutamente la visione.
Nel terzo millennio il nuovo continente euro-asiatico si divide fra tecno-predatrici e belliche città mobili (fazione trazionista) e mondo pacifista al di là della Muraglia (fazione stazionista) che vive prevalentemente delle risorse della terra.



La nefasta iper-tecnologia quantistica e bio-robotica degli antichi è (quasi) rottamata e perduta.
Non mancherà chi vorrà recuperarla (la città mobile Londra) per scopi bellici. Invitabili le sotto-trame d'amore dal sapore young adult : quella dell'uomo-macchina Shrike più interessante con il suo umanissimo amore impossibile. Fascinosa Jihae dagli splendidi costumi e "parrucco" davvero cool. Prevedibile ma in parte Hugo Weaving ,il cattivo.






Scontata l'avversione tolkieniana per l'uso della scienza a fini bellici e quella jacksoniana per il classismo sociale ( il "darwinismo urbano" di Londra).

La cifra stilistica squisitamente steampunk mi è piaciuta particolarmente. E' il caso di dire che qui la confezione è il punto forte e conta davvero tutto.


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