30 ottobre 2019

Rosetta

Rosetta, di Jean-Pierre e Luc Dardenne , 1999 (BL, FR). Palma d'oro e premio miglior attrice  52○ Cannes Film Festival .


La camera  segue ossessivamente i movimenti concitati della furiosa Rosetta , sempre di corsa, sempre in affanno.

"Io mi chiamo Rosetta,  ho trovato un lavoro,  ho un amico, io ho una vita normale"

L'aspirazione di Rosetta viene tragicamente negata in una spirale discendente di frustrazione ,dolore e solitudine, nonostante la sua  determinazione a fuggire dalla miseria materiale e morale della vita cui è costretta.



Niente buonismi, per fortuna : Rosetta è rozza e  a momenti brutale , vera quanto è vero il degrado sociale e famigliare in cui si dibatte ribelle con le scarse risorse dei suoi 17 anni.
Nè Rosetta può concedersi il lusso di sorridere o divertirsi , come la sua giovinezza richiederebbe : è badante della madre alcolista quando non corre per procurarsi il cibo, il denaro, gli abiti. Dolori addominali,  forse psico-somatici, l'affliggono frequentemente.
Non succede molto in questa pellicola : la camera insegue la protagonista e noi spettatori veniamo trascinati appresso a lei e alla sua battaglia senza fortuna nè gloria per la dignità di un lavoro onesto e per la sopravvivenza stessa.



Nessun sogno americano , nessun riscatto per lei.
Il primo, l'unico, pianto finale viene bruscamente interrotto dai titoli di coda.
Un film duro. Un piccolo capolavoro, a mio parere, ben meritevole della Palma d'Oro.

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