12 ottobre 2019

Omicidio al Cairo


Omicidio al Cairo (The Nile Hilton Incident), di Tarik Saleh, 2017. Premio World Cinema Grand Jury Prize al Sundance 2018.

Una "Gotham City" per davvero.


Noir in una capitale malsana e corrotta apparentemente investita da una "primavera" politica di pseudo-rilancio economico e disordini di piazza nel 2011 sotto la presidenza Mubarak.
Nouredin è un poliziotto sporco e corrotto che incappa nell'omicidio di una cantante al Nile Hilton. C'è un politico di mezzo e prontamente il fatto viene archiviato come suicidio. Ma la faccenda si complica e Nouredin, promosso ad hoc, esplorerà il marciume dei ghetti quanto quello delle classi sociali privilegiate.



Affascinante ed allucinante viaggio in una "Gotham" egiziana dove la gente muore facilmente e nessuno è libero o al sicuro, anche se in custodia al comando di polizia (la tortura è prassi comune), anche se appartiene alle forze dell'ordine, divise in "distretti" in guerra l'uno contro l'altro e tutti in balìa dell'oscura Sicurezza Nazionale.
In piazza Tahrir la gente è in rivolta e la polizia spara sulla folla.
Nell'anarchia e nella violenza più totali, la propria sopravvivenza diventerà l'imperativo primario per Nouredin, anti-eroe involontario la cui misura diventa improvvisamente colma di fronte alle troppe ingiustizie e alle troppe morti.


Interessante dal punto di vista storico-politico (il film azzarda una secca denuncia) e contemporaneamente elegante dal punto di vista visivo. 


Il film è stato girato in Marocco perchè la Sicurezza Nazionale ha impedito le riprese al Cairo al regista egiziano naturalizzato svedese. Probabilmente un film politicamente "scomodo".

2 commenti:

  1. Sì, non male, un thriller interessante ;)

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  2. Anche se gli eventi sono del 2011 la situazione difficilmente sarà migliorata. Guardando il film mi è venuto da pensare al povero Regeni. Quanto facilmente si può incappare in situazioni orride (vedi la cameriera dell'albergo). Quanto facilmente si muore.

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