Omicidio al Cairo (The Nile Hilton Incident), di Tarik Saleh, 2017. Premio World Cinema Grand Jury Prize al Sundance 2018.
Una "Gotham City" per davvero.
Noir in una capitale malsana e corrotta apparentemente investita da una "primavera" politica di pseudo-rilancio economico e disordini di piazza nel 2011 sotto la presidenza Mubarak.
Nouredin è un poliziotto sporco e corrotto che incappa nell'omicidio di una cantante al Nile Hilton. C'è un politico di mezzo e prontamente il fatto viene archiviato come suicidio. Ma la faccenda si complica e Nouredin, promosso ad hoc, esplorerà il marciume dei ghetti quanto quello delle classi sociali privilegiate.
Nouredin è un poliziotto sporco e corrotto che incappa nell'omicidio di una cantante al Nile Hilton. C'è un politico di mezzo e prontamente il fatto viene archiviato come suicidio. Ma la faccenda si complica e Nouredin, promosso ad hoc, esplorerà il marciume dei ghetti quanto quello delle classi sociali privilegiate.
Affascinante ed allucinante viaggio in una "Gotham" egiziana dove la gente muore facilmente e nessuno è libero o al sicuro, anche se in custodia al comando di polizia (la tortura è prassi comune), anche se appartiene alle forze dell'ordine, divise in "distretti" in guerra l'uno contro l'altro e tutti in balìa dell'oscura Sicurezza Nazionale.
In piazza Tahrir la gente è in rivolta e la polizia spara sulla folla.
Nell'anarchia e nella violenza più totali, la propria sopravvivenza diventerà l'imperativo primario per Nouredin, anti-eroe involontario la cui misura diventa improvvisamente colma di fronte alle troppe ingiustizie e alle troppe morti.
In piazza Tahrir la gente è in rivolta e la polizia spara sulla folla.
Nell'anarchia e nella violenza più totali, la propria sopravvivenza diventerà l'imperativo primario per Nouredin, anti-eroe involontario la cui misura diventa improvvisamente colma di fronte alle troppe ingiustizie e alle troppe morti.
Interessante dal punto di vista storico-politico (il film azzarda una secca denuncia) e contemporaneamente elegante dal punto di vista visivo.
Il film è stato girato in Marocco perchè la Sicurezza Nazionale ha impedito le riprese al Cairo al regista egiziano naturalizzato svedese. Probabilmente un film politicamente "scomodo".
Sì, non male, un thriller interessante ;)
RispondiEliminaAnche se gli eventi sono del 2011 la situazione difficilmente sarà migliorata. Guardando il film mi è venuto da pensare al povero Regeni. Quanto facilmente si può incappare in situazioni orride (vedi la cameriera dell'albergo). Quanto facilmente si muore.
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