Mine ,scritto e diretto da Guaglione e Resinaro , 2016.
Ecco qua due sconosciuti e coraggiosi italiani che ci provano partendo dagli Usa.
C'è lo statuario Armie Hammer che , bloccato nel deserto con un piede su una mina a rilascio, fa tutto il film (quasi) da solo.
Hammer ha il physic-du-róle che serve ed è (sorpresa!) anche bravo qui.
La sceneggiatura pretende molto , in bilico tra war movie e risvolti psicologici, un pò alla Buried.
Meno pessimista di Buried il film ci regala un percorso interiore del protagonista di fronte alla morte non scontato e in parte inaspettato.
L'onirico e il surreale sono ben gestiti e funzionali all'agnizione finale che è qualcosa di più di un colpo di fortuna.
Il tutto evitando troppi stereotipi "buonisti" che potevano costituire una trappola in cui era fin troppo facile cadere ,dato il contesto ,giusto per strizzare l'occhio al botteghino.
Riescono invece a mantenersi sobri ed originali ,Guaglione e Resinaro.
E non è poca cosa per una pellicola a basso bugdet di due italiani praticamente agli esordi.
Se pensiamo al panorama del cinema italiano , anche quello di qualità, allora si capisce perchè questi tentativi vadano sostenuti ed apprezzati.
Vale la pena vederlo.
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